venerdì 22 luglio 2011

Così la provincia di Roma dà una mano ai cassintegrat

La sensazione di sentirsi inutile, di perdere la dignità, il proprio posto nel mondo, la ragione che ti fa alzare la mattina, che ti da una collocazione in società, una dimensione. E infine il male oscuro che si insinua nelle giornate vuote: la depressione. E' per tutti uguale la reazione alla perdita del lavoro. Ma per 200 cassintegrati di Roma (ex Alitalia, ex Eutelia, ex terzo settore) si è aperta lo scorso anno un'altra possibilità. Quella occasione che non ti cambia la vita, ma ti da quella “molla” per affrontare le giornate. E' l'accordo stipulato tra i Tribunali e l'Assessorato al Lavoro della Provincia di Roma che ha permesso ai lavoratori in mobilità di effettuare degli stage formativi per 12 mesi (ora rinnovati) nelle congestionatissime aule giudiziarie della capitale.

La Provincia di Roma ha stanziato un milione di euro di fondi europei per remunerare con circa 300 euro mensili gli stagisti. La cifra, che si sommava all'indennità di disoccupazione o alla cassa integrazione, non era la cosa più importante. I lavoratori hanno contribuito a decongestionare gli uffici giudiziari. Sono stati una piccola toppa nella falla della carenza strutturale di personale dei Tribunali. La Cgil giustizia stima che la carenza di dipendenti all'interno degli uffici giudiziari di Roma e provincia si attesti fra le 3-400 unità. A questa si aggiunge il blocco del turn over stabilito dalla finanziaria fino al 2015.

«Ho una figlia di 6 anni disabile gravissima che ha bisogno di continue terapie e l'azienda lo sapeva – racconta Maurizio Zoppi, ex Alitalia – ma sono stato lo stesso messo in cassa integrazione, ho scritto anche a Napolitano. Questo progetto mi ha tenuto vivo, non mi ha fatto sentire emarginato, non risolve certo il problema ma mantiene attivi e questo a livello psicologico è importante, altrimenti senza un occupazione muori dentro». Stefania Macchioni, 52 anni, era impiegata invece presso Eutelia. Aveva un lavoro a contatto con il pubblico. Da un giorno all'altro si è ritrovata a casa. «E' stato un trauma, ci si ammala, si va in depressione, fortunatamente il tirocinio in Tribunale me l'ha fatta superare perché metti a frutto l'esperienza che hai acquisito negli anni, entri in contatto con le persone, hai un ruolo. Non è tanto lo stipendio, con quello ti ci paghi i caffè e il viaggio, è che hai un attività durante il giorno».

Emiliano Viti ha una storia particolare perché era un funzionario di Rifondazione Comunista. Poi il partito non ha raggiunto il quorum e lui, come molti altri, si è ritrovato in cassa integrazione. «ho provato tanta rabbia, perchè la responsabilità non era la mia ma del gruppo dirigente, questa esperienza in tribunale mi ha fatto rinascere tanto che vorrei diventare cancelliere. Mi ha fatto sentire utile, importante e i cittadini hanno bisogno di credere in una giustizia che funzioni, no?». Cinzia Carnicchia si sentiva fortunata perché a 40 anni aveva un contratto a tempo indeterminato in un'azienda. Non si aspettava il licenziamento. «Ti senti mancare la terra sotto i piedi, magari hai fatto dei progetti, un figlio, un mutuo, e improvvisamente finisci tra i poveri, è un miracolo mantenere la fermezza mentale.

Questo lavoro mi ha rimesso in forma per i contatti con i colleghi e perchè hai la sensazione di essere utile, di dare un apporto al funzionamento della giustizia. Ma ce l'ho con i ministri che ci chiamano fannulloni». Ieri alla consegna degli attestati di partecipazione a Porta Futuro (lo spazio dedicato al lavoro dalla Provincia) il loro impegno è stato riconosciuto dal presidente del Tribunale ordinario di Roma, Paolo De Fiore che indirettamente ha risposto al Ministro Brunetta e al suo “siete l'Italia peggiore” rivolto ai precari qualche settimana fa. «Siete stati veramente bravi – ha detto ai tirocinanti - perchè avete rappresentato la parte migliore del Paese. Siete la prova che l'Articolo 1 della Costituzione si può realizzare realmente».

«Abbiamo inventato un nuovo modello e siamo contenti che il nostro progetto venga ora raccolto dalla regione Lazio - ha commentato invece l'assessore provinciale al lavoro Massimiliano Smeriglio - È la prima esperienza con queste caratteristiche, va incontro alle difficoltà di organico dei Tribunali ma sopratutto mette insieme lavoro e giustizia».

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