Egr. Dr. Chieli,
mi presento. Sono XXXXXXXXX (matr. XXXXXXX) posta in CIGS a
far data dall’8.12.2008 e Le scrivo per avere un minimo di
chiarimenti, oltre che per farLe presente quale situazione viviamo noi
cassaintegrati.
Sicuramente e’ a conoscenze delle tante traversie che abbiamo
affrontato fino ad ora, gia’ dal modo in cui ci fu comunicata l’
estromissione dalla “nostra” Azienda. Modo a dir poco scellerato, modo
non chiaro ai nostri occhi, modo che sembrava non avere dei criteri
per selezionare il personale da considerare in esubero. Allora non
capivamo; oggi il quadro e’ invece decisamente piu’ chiaro, cosi’ come
e’ ben chiaro che l’Azienda, la nuova azienda, di noi non sa che
farsene per molteplici motivi ed aspetti. E quale occasione migliore
di quella che si era presentata per estrometterci e toglierci cosi’ un
lavoro che amavamo ed al quale avevamo dato tanto in decenni e
decenni?
Estromessi senza poter accedere alle nostre spettanze quali TFR e
mancato preavviso, con in tasca solo lo stipendio del mese in corso.
Personalmente, per un disguido verificatosi, io senza neppure quello e
con una famiglia sulle spalle, visto che sono un monoreddito come
tantissimi altri colleghi. Un gran bel Natale, Dr. Chieli! Credo che
lo ricordero’ a lungo… Tralascio di descriverLe le notti insonni, i
pensieri che si accavallavano nella testa, la disperazione che spesso
mi/ci sommergeva, in quanto suppongo, e spero erroneamente, non penso
che Le possa interessare.
Poi le cose pian piano sembravano andare verso una regolarizzazione.
Oh, il lavoro ci mancava e ci manca terribilmente! Ci sentiamo
estromessi, buttati fuori da quel processo produttivo a cui ogni uomo
ha diritto per la propria sopravvivenza e per la propria dignita’ di
persona. Ma non e’ solo quello che ci manca. Oggi ci manca anche quel
minimo di stabilita’ economica che ci permetterebbe di vivere questa
nostra disgraziata condizione in un modo meno avvilente e meno
precario di quello che in effetti e’. E’ vero, abbiamo gli
ammortizzatori sociali (e dovremmo anche reputarci fortunati a sentire
l’opinione pubblica e le voci di eminenti personaggi pubblici!!), ma
gli ammortizzatori sociali a moltissimi di noi non basteranno per
arrivare a maturare la pensione e vengono erogati non si sa quando. E
questo provoca in me, in tutti noi, una condizione di precarieta’ e di
sofferenza esasperata.
Noi, con quegli ammortizzatori sociali ci dobbiamo mangiare, Dr.
Chieli, MANGIARE!!! E spesso sono l’unica fonte di reddito che ci
permette di avere qualcosa da mettere in tavola, oltre a permetterci
di avere una parvenza di vita dignitosa.
Ed invece ogni mese siamo li’ ad aspettare, a spiare sul sito INPS se
sono stati effettuati i mandati di pagamento o no. Ogni mese siamo li’
a pregare che non ci siano ritardi, che le liste che vengono trasmesse
all’INPS da Alitalia/Cai siano corrette e non contengano degli
errori, perche’ altrimenti i tempi si allungano e si crea una
situazione di criticita’, come sta avvenendo di nuovo anche per il
mese di giugno 2009.
E qui chiudo, ma non senza averLe posto due domande, Dr. Chieli.
1) Secondo Lei, e’ vita questa? La prospettiva di circa 7 anni in
questo modo e’ vita?
2) C’e il pensiero, ma piu’ che altro la volonta’, da parte
dell’Azienda di risolvere questi problemi che per noi sono cosi’
importanti o ancora dobbiamo continuare a “pagare” per delle colpe che
non pensavamo di avere e che nessuno ci ha mai detto che avevamo? O
forse le nostre uniche colpe erano quelle di amare il nostro lavoro e
la nostra azienda?
La ringrazio per l’attenzione che spero abbia voluto prestare a questa
mia e, augurandomi di avere una risposta che mi/ci tranquillizzi, La
saluto cordialmente.
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